Seite 26: Der Sandmann



- Mich hat, wie ich es dir, geneigter Leser! gestehen muß, eigentlich niemand nach der Geschichte des jungen Nathanael gefragt; du weißt ja aber wohl, daß ich zu dem wunderlichen Geschlechte der Autoren gehöre, denen, tragen sie etwas so in sich, wie ich es vorhin beschrieben, so zumute wird, als frage jeder, der in ihre Nähe kommt und nebenher auch wohl noch die ganze Welt: »Was ist es denn? Erzählen Sie Liebster?« - So trieb es mich denn gar gewaltig, von Nathanaels verhängnisvollem Leben zu dir zu sprechen.
Veramente devo riconoscere, benevolo lettore, che nessuno mi ha chiesto la storia del giovane Nataniele ma tu sai che io appartengo a quella razza di scrittori i quali, quando portano dentro di sé qualcosa come quella che ti ho descritto, hanno l’impressione che chiunque gli passi vicino, anzi tutto quanto il mondo, debba chiedergli: «Che cosa è mai ciò? Racconta, carissimo». Così fu più forte di me parlarti della vita sventurata di Nataniele.

Das Wunderbare, Seltsame davon erfüllte meine ganze Seele, aber eben deshalb und weil ich dich, o mein Leser! gleich geneigt machen mußte, Wunderliches zu ertragen, welches nichts Geringes ist, quälte ich mich ab, Nathanaels Geschichte, bedeutend - originell, ergreifend, anzufangen: »Es war einmal« - der schönste Anfang jeder Erzählung, zu nüchtern! - »In der kleinen Provinzialstadt S. lebte« - etwas besser, wenigstens ausholend zum Klimax. - Oder gleich medias in res: »›Scher er sich zum Teufel‹, rief, Wut und Entsetzen im wilden Blick, der Student Nathanael, als der Wetterglashändler Giuseppe Coppola« - Das hatte ich in der Tat schon aufgeschrieben, als ich in dem wilden Blick des Studenten Nathanael etwas Possierliches zu verspüren glaubte; die Geschichte ist aber gar nicht spaßhaft.
Il meraviglioso, lo strano si impossessò di tutto il mio animo, ma appunto perché io, o lettore, volevo renderti capace di sopportare il meraviglioso, che non è poca cosa, mi sono preoccupato di cominciare la storia di Nataniele in modo significativo, originale, attraente. Il meraviglioso, lo strano si impossessò di tutto il mio animo, ma appunto perché io, o lettore, volevo renderti capace di sopportare il meraviglioso, che non è poca cosa, mi sono preoccupato di cominciare la storia di Nataniele in modo significativo, originale, attraente. «C’era una volta...» è in genere questo il miglior inizio, ma freddo. «Nella piccola città di provincia di S. viveva...», un po’ meglio certo, si entra almeno nell’atmosfera. O subitomedias in res : «Vada al diavolo! – esclamò con gli occhi ardenti di collera e di terrore lo studente Nataniele quando il mercante di barometri Giuseppe Coppola...». Veramente questo lo avevo già scritto, quando nello sguardo selvaggio dello studente Nataniele mi parve di vedere qualcosa di buffo, ma la storia non è certo allegra.

Mir kam keine Rede in den Sinn, die nur im mindesten etwas von dem Farbenglanz des innern Bildes abzuspiegeln schien. Ich beschloß gar nicht anzufangen. Nimm, geneigter Leser! die drei Briefe, welche Freund Lothar mir gütigst mitteilte, für den Umriß des Gebildes, in das ich nun erzählend immer mehr und mehr Farbe hineinzutragen mich bemühen werde. Vielleicht gelingt es mir, manche Gestalt, wie ein guter Porträtmaler, so aufzufassen, daß du es ähnlich findest, ohne das Original zu kennen, ja daß es dir ist, als hättest du die Person recht oft schon mit leibhaftigen Augen gesehen. Vielleicht wirst du, o mein Leser! dann glauben, daß nichts wunderlicher und toller sei, als das wirkliche Leben und daß dieses der Dichter doch nur, wie in eines matt geschliffnen Spiegels dunklem Widerschein, auffassen könne.
Non mi venne in mente nessuna frase che anche vagamente potesse rispecchiare lo splendore dei colori della mia intima immagine poetica. Decisi perciò di non incominciare. Prendi perciò, benevolo lettore, le tre lettere che l’amico Lotario gentilmente mi fece avere come contorni del quadro che attraverso la mia narrazione farò di tutto per colorire. Forse mi riuscirà di presentarti, come può fare un buon pittore, qualche figura che tu troverai somigliante anche se non conosci l’originale, anzi forse ti sembrerà di averla già vista con i tuoi occhi. Forse, caro lettore, allora penserai che non vi è nulla di più meraviglioso e di più folle della vita reale e che il poeta solo questo può fare: afferrarla come un pallido riflesso di uno specchio opaco.

Vokabular

abquälen, abmühen = atormentar







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